21.10.2016 / Bosnia Erzegovina

La serata Bosnia Erzegovina avrà come relatori Luca Leone e Riccardo Noury, coautori del libro “Srebrenica. La giustizia negata“.
Riccardo Noury fa parte dal 1980 di Amnesty International di cui è portavoce e direttore della comunicazione per l’Italia. Da trent’anni racconta, con la parola scritta e con la voce, storie di diritti umani, violati ma anche difesi; è autore o coautore di libri sulle violazioni dei diritti umani, in particolare sulla pena di morte e la tortura.
Luca Leone è giornalista professionista dal marzo 2001. Autore di 15 libri e oltre 10.000 articoli giornalistici, è co-fondatore e direttore editoriale della casa editrice Infinito edizioni, specializzata in tematiche legate ai diritti umani, civili e sociali.
20 anni dopo la strage di Srebrenica (1995), rimane un profondo senso di ingiustizia e di impotenza nei sopravvissuti e un pericoloso messaggio di impunità per i carnefici di allora, in buona parte ancora a piede libero e considerati da alcuni persino degli “eroi”.
Il libro che presenteranno i nostri ospiti è un reportage nel buco nero della guerra e del dopoguerra bosniaco e nel vuoto totale di giustizia che ha seguito il genocidio di Srebrenica, una delle pagine più nere della storia europea del 900 e sicuramente la peggiore dalla fine della seconda guerra mondiale.
Luca Leone e Riccardo Noury oltre a descriverci le atrocità della guerra in Bosnia , faranno luce sulla situazione attuale del paese soprattutto per quanto riguarda le migrazioni; la Bosnia è infatti diventata, dalla fine della guerra e dalla riapertura dell’aeroporto di Sarajevo nel 1996, un luogo di transito privilegiato per migranti soprattutto irregolari, provenienti da Turchia, Iran, Cina, Bangladesh e India, a causa dei confini permeabili, delle carenze della legislazione e dei controlli e della scarsa attenzione al fenomeno. L’emigrazione di cittadini bosniaci è, come in altri casi nei Balcani, caratterizzata da un’alta scolarità e preparazione professionale della popolazione e causata dalle scarse prospettive di sviluppo economico del dopoguerra.
Alla serata prenderà parte anche un rappresentante della Fondazione Langer di Bolzano, che con il proprio progetto “Adopt Sebrenica” e con tutta la propria attività, vuole “parlare di Srebrenica e operare con Srebrenica” focalizzandosi sui temi della memoria, della giustizia ed dell’elaborazione del conflitto.